di Sanzio Campanini e Paolo Antolini.
Nel Maggio del 1916 , dopo un anno di guerra , si pose il problema di come impiegare i prigionieri provenienti dai fronti del Carso degli Altipiani e del Trentino ; la risposta quasi scontata fu di utilizzare le loro braccia per i lavori agricoli e industriali ; naturalmente ci si preoccupò di non andare contro le organizzazioni dei lavoratori e di non creare tensioni nelle popolazioni locali che avrebbero dovuto venire in contatto con soldati “nemici”, fu quindi necessario emanare delle norme precise per l’utilizzo dei prigionieri . In provincia di Bologna chi si dimostrò subito interessata all’utilizzo dei prigionieri come manodopera, fu il Consorzio della Bonifica Renana, alle prese con importanti lavori di bonifica, che invia il 3 maggio 1916 una istanza a S. E. Generale conte Paolo Spingardi presidente della Commissione dei prigionieri di guerra ed in copia al Ministero dei Lavori Pubblici, in cui tra l’altro si dice : –
” (…….) è però da far presente una gravissima difficoltà : il richiamo dei militari alle armi si può dire che abbia raggiunto il massimo ….., questa amministrazione non può seguitare a distrarre la poca forza operaia rimasta dagli urgenti lavori del raccolto …… A questo stato di cose parrebbe portarsi agevole rimedio portando l’aiuto dei prigionieri di guerra ai lavori della nostra grande bonifica . Da un calcolo preventivo fatto, il numero di prigionieri che occorrono si aggira attorno ai 2000……….Poiché anche le classi operaie locali risentano beneficio della presente iniziativa , questa amministrazione dichiara che destinerà a beneficio delle famiglie dei richiamati le economie che realizzerà con l’impiego dei prigionieri di guerra . Firmato il Presidente I. Benelli
L’interesse della Bonifica Renana trova però una netta opposizione da parte della Federazione Nazionale Lavoratori della Terra rappresentata da Argentina Altobelli e legata al Partito Socialista, che garantì la conclusione dei lavori di bonifica da tempo in corso, impegnandosi a reclutare manodopera in loco. Di prigionieri, nel 1916, in provincia di Bologna non si parlò più.
L’inverno 1916 – 1917 fu molto duro, neve e pioggia portarono acqua alta anche nelle nostre valli, i lavori di bonifica non terminati nel 1916 crearono gravi disagi ai paesi di San Pietro in Casale, Malalbergo e Galliera; ciò favorì il Consorzio della Bonifica Renana per ottenere i prigionieri di guerra da impiegare nei lavori che erano allora in corso .
Così il 9 maggio 1917 i sindaci dei detti comuni scrivono un protocollo congiunto al Prefetto di Bologna:
” ……in relazione a quanto verbalmente esposto alla S.V. Ill.ma , raccomandano vivamente il di lei appoggio … per la più sollecita esecuzione dello sfondamento dell’alveo Gandazzolo, il quale scolo funziona da sfioratore delle acque alte del 3° circondario, e ciò per evitare il ripresentarsi degli inconvenienti verificatisi nel testé trascorso periodo invernale – primaverile . Anzi per sollecitare l’esecuzione dell’opera stessa propongono alla S.V. Ill.ma di impiegare prigionieri di guerra , non disponendo la nostra zona …… di mano d’opera locale .”
Le grandi offensive del 1916 e 1917 hanno creato ampi vuoti nelle file dell’Esercito al fronte, obbligando a richiamare alle armi anche le persone che nelle visite precedenti non erano state riconosciute abili e rastrellando nel paese, tutte le persone con un minimo di capacità. Anche Argentina Altobelli e la Federazione Nazionale Lavoratori della Terra a questo punto sono costrette a cedere così che il 25 maggio 1917 la Federazione Nazionale Lavoratori della Terra manda al Prefetto di Bologna la liberatoria per l’utilizzo dei prigionieri di guerra : ” A riscontro delle di Lei comunicazioni relative agli interessati nella bonifica del 3° circondario ed alle premure di quelle popolazioni danneggiate dallo stato di paralisi in cui si trovano i lavori della Bonifica Renana, i sottoscritti ….. dichiarano perciò che esse ( le Cooperative ) non intendono creare alcun ostacolo al proseguimento dei lavori stessi e lasciano completamente libero il Consorzio della B.R. …… di provvedere con quei mezzi che risulteranno più opportuni ….”
La Segretaria Argentina Altobelli
Firmato per le Coop. di Bologna Ferrara Ravenna
Attilio Evangelisti Nullo Baldini
Vittoria su tutto il fronte della Bonifica Renana, che mentre nella prima richiesta era disposta a pagare il lavoro dei prigionieri 0,50 centesimi ora, in questa occasione riuscirà a spuntare una paga di 0,25 centesimi ora, un bel risparmio.
E’ ragionevole pensare che i primi contingenti dei prigionieri Austro-Ungarici a Malalbergo ed a Baricella arrivarono a fine luglio – primi di agosto del ’17 e si accantonarono nei granai indicati dalla Bonifica. Questa sistemazione che appariva strategica perché vicino alla ferrovia proveniente da Bologna, diventa come vedremo fonte di gravi problemi per la popolazione locale; dovrà intervenire il Prefetto con pugno di ferro.
Lo spunto per creare disordini i prigionieri Austro – Ungarici lo traggono dalla sconfitta del Re-gio Esercito Italiano a Caporetto il 25 ottobre 1917; sono soprattutto quelli accantonati a Malalbergo che creano problemi di ordine pubblico, prontamente rilevati dalla questura di Bologna che invia una informativa al Prefetto il 5 novembre 1917 prot. 4512 con oggetto: I prigionieri di guerra di Malalbergo.
“Viene confidenzialmente riferito che i prigionieri di guerra Austriaci residenti a Malalbergo vengono in paese in contegno provocante e spavaldo; hanno contratte relazioni intime con donne del paese ed acquistano liberamente vino e cibarie nelle osterie e botteghe del paese stesso. Si aggiunge che talvolta si ubriacano insieme alle scolte destinate alla loro sorveglianza. Avrebbero i prigionieri assistito ad una messa celebrata da uno dei loro preti che alla fine della funzione avrebbe distribuito biglietti in cui si raccomandava ai prigionieri di mantenere alto l’animo che presto i fratelli sarebbero venuti a liberarli. Pare che il prete non abbia avuti che 15 giorni di carcere militare. Un altro giorno i prigionieri avrebbero intonato un miserere alla Italia dopo aver avuto comunicazione delle notizie dei giornali relative agli ultimi avvenimenti militari fra le nostre truppe con la coalizione Austro – Germano – Turco – Bulgara. Essi sono poi sempre informati delle notizie relative alla guerra dai giornali che liberamente si procurano. Il contegno indifferente delle autorità sarebbe in paese oggetto di severa critica.”
La situazione è sempre più drammatica, la questura manda il suo capo di gabinetto ad indagare in quel di Malalbergo; ecco alcuni stralci della relazione del commissario Pini al questore di Bologna datata 11 novembre 1917 :
“I prigionieri di guerra Austro-Ungarici a Malalbergo sono 1800 circa. Essi furono …divisi in reparti, alcuni dei quali esistono ancora ed altri furono aboliti come qui appresso è esposto:
1° reparto di 200 boemi che alloggiano in una casa della Propaganda Fide
2° reparto di 100 boemi nel granaio S. Pietro proprietà Propaganda Fide
3° reparto di circa 50 prigionieri che esisteva prima della raccolta del riso …è stato soppresso
ed i prigionieri inviati alle Lame (ndr Baricella)
4° reparto 60 prigionieri fu soppresso ed i prigionieri inviati alle Lame
5° reparto sito sulla via Alzaia del canale navile….. vi sono alloggiati 140 Ungheresi
6° reparto che si trovava vicino alla strada provinciale fu soppresso e gli 80 prigionieri inviati
al 5°reparto
7° reparto trovasi nel granaio aia comune di proprietà Mantovani, vi alloggiano 160 prigionieri tra Austriaci e Ungheresi.
Altri 12 reparti complessivamente composti da 1110 prigionieri di varie nazionalità, ma alla gran maggioranza Ungheresi, trovasi in frazione Lame di Baricella nei granai della ex proprietà Generale Barillis in località isolata quasi nascosta dal parco della villa Barillis, lontani dalla strada provinciale e dal paese. Tutti i prigionieri degli accennati reparti lavorano per il Consorzio della Bonifica Renana. Altri 27 prigionieri lavorano in località Passo Segni …in lavori agricoli alle dipendenze di certo Felletti. Altri 20 lavorano nella proprietà Venturi e sono alloggiati in granaio attiguo al 2°reparto.
Dalle eseguite informazioni mi è risultato che non tutti i prigionieri tengono un contegno corretto e che molti di essi specialmente Ungheresi si mostrano spavaldi col personale della Bonifica e coi lavoratori borghesi coi quali per necessità di lavoro si trovano in contatto. Tale contegno si è accentuato dopo le incursioni di velivoli su Malalbergo e Ferrara ….. Per citare alcuni esempi del contegno dei prigionieri essi si permettono di lanciare al personale delle bonifiche ed ai lavoratori borghesi dei frizzi del genere: – gli Italiani seminano ed i Tedeschi raccoglieranno. – Makensen sarà presto a pranzo a Verona. – Voi altri in due anni avete preso 2 metri, i Tedeschi in due giorni hanno preso mezza Italia. – e di esclamare ironicamente al passaggio per quella grande arteria stradale di carovane di profughi dalle regioni invase dirette a Bologna . – Quo vadis Italia? – e di manifestare in ogni modo la loro viva ed aperta soddisfazione pel doloroso e straziante spettacolo …….La libertà lasciata ai prigionieri di guerra è tale da destare stupore. Persone degnissime di fede mi hanno assicurato che a mezzo dei buoni loro rilasciati dal Comando del presidio di Malalbergo ed accettati da tutti gli esercenti come moneta corrente …. i prigionieri si procurano non solo sigari lardo e cibarie a loro volontà, ma acquistano damigiane di vino che poi consumano in comune negli accantonamenti, molto probabilmente assieme alle scolte destinate a sorvegliarli. La impressione ed il giudizio si è che prigionieri e scolte fraternizzino fra di loro in modo che non che riuscire deleterio alla disciplina ed al decoro dell’esercito nostro.
L’episodio del miserere all’Italia che sarebbe stato cantato dai prigionieri della Lama e che fu oggetto di mio precedente orale rapporto … corre sulla bocca di tutti , è da intendersi sostan- zialmente vero . Riassumendo le impressioni ….concludo :
Che i due reparti 1° e 7° …dai quali i prigionieri osservano il passaggio delle numerosissime carovane di profughi ed il passaggio di centinaia di camions militari e di soldati sbandati che si recano a costituirsi a quel comando , dovrebbero essere trasportati in diversa e più isolata località …
Aggiungo poi che mi viene riferito che un caporale Austriaco che trovasi a Passo Segni sia fatto segno di speciali attenzioni dalla quarantenne signorina Felletti, sorella del proprietario presso cui lavorano i prigionieri; e che in una visita fatta dal maggiore comandante i presidio di Malalbergo sarebbe stato trovato il caporale stesso nel salotto della signora elegantemente vestito ed intento alla lettura di un giornale. Gli altri accantonamenti qualora si reputasse opportuno conservarli, dovrebbero essere fatti segno ad una maggior e più severa sorveglianza …. Il maggiore Nuvoli, comandante il presidio di Malalbergo, ha a quanto mi viene riferito, strane teorie in fatto di disciplina. Così se i prigionieri tengono in mano la carriola e non lavorano, il sig. Maggiore riterrebbe non siano passibili di pena, e pare che abbia anche detto a chi gli prospettava la necessità di maggior severità che se si dovessero torturare qui era meglio allora fossero stati ammazzati al fronte …..” Firmato il Commissario Pini
Con la rotta di Caporetto del 25 ottobre 1917, il Prefetto V. Quaranta di problemi ne ha moltissimi tra cui uno molto grave: quello di migliaia di profughi in fuga dalle regioni conquistate dal nemico e che si riversano su Bologna ed intuisce che profughi e prigionieri possono diventare davvero un grossissimo problema. Invia quindi la relazione della questura al Comando del Corpo d’Armata di Bologna e scrive al Ministero dell’Agricoltura a Roma precisando che: “….ho richiesto al Comando del Corpo d’Armata l’immediato ritiro di tutti i prigionieri di guerra Austriaci, che potranno oggi essere vantaggiosamente sostituiti nei lavori agricoli dai profughi.”
La proposta del Prefetto non trova molto d’accordo la Bonifica Renana che si vedrebbe costretta a pagare i profughi con una tariffa corrente, 0,50 centesimi ora contro quella di 0,25 centesimi ora che attualmente paga ai prigionieri.
Non si è riusciti ancora a trovare un documento che attesti una data esatta di partenza dei prigionieri, tutto quello che sappiamo è che il 12 dicembre 1917 arriva al Prefetto un telegramma delle Regie Poste Italiane dir. di Bologna:
” Per dare seguito ad una disposizione ministeriale riguardante il servizio postale occorre di conoscere a questa direzione in quali località della provincia si trovano prigionieri di guerra ed internati . stop .”
Il telegramma viene rispedito al mittente :
” In questa provincia non si trovano internati e per i prigionieri di guerra si rivolga all’autorità militare .”