La pinza tagliareticolati Malfatti

di Fabrizio Pini

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Pochi secondi dopo il ritrovamento

Avevamo deciso di battere con i metaldetector una zona “anomala”.
La prima linea Italiana era molto lontana, i baraccamenti radi, sembravano più dei depositi, un crocevia vicino alla strada provinciale, dove speravamo che i soldati in ritirata dopo la rotta di caporetto avessero gettato o abbandonato equipaggiamento per alleggerirsi e fuggire più velocemente.
Eravamo i soliti tre appassionati che prima di cercare studiano sulla carta luoghi poco conosciuti o troppo “stupidi” per pensare che possa esserci qualcosa dopo 100 anni.
In effetti passava il tempo e non usciva proprio nulla, ci eravamo distanziati nel bosco tenendoci in contatto con i nostri walky talky.
Poi ad un tratto il solito, più fortunato dei tre, ci contatta e ci dice di andare verso di lui subito, avevo già capito che si trattava di qualcosa di importante altrimenti ci avrebbe comunicato l’oggetto trovato così come eravamo d’accordo di fare per regolarci su come e cosa cercare.
Al nostro incontro, sotto un larice secolare, ci aspettava un sorriso beffardo e un ammasso di ruggine appoggiato su di un sasso che subito non identificai, solo dopo pochi secondi mi resi conto della rarità del pezzo, una pinza taglia reticolati modello Malfatti, talmente rara che non conoscevo nessuno che l’avesse recuperata sul campo.
Dopo i primi minuti di smarrimento non mi rimase che fare i complimenti al mio socio di ricerche e godermi quel pezzo così ricercato.
Infatti la nostra passione non è solo togliere dall’oblio un cimelio che si disintegrerebbe

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La pinza pulita con baionetta innestata

col tempo sotto la terra ma vivere con piacere il momento della scoperta, a prescindere dal fatto che il reperto sia stato trovato da me o da un amico, esso, rimarrà sempre nei ricordi.
Ma torniamo all’oggetto, questo modello di trancia fili è senza dubbio uno dei più interessanti progettati all’epoca, basta infatti agganciare il filo e tirare l’asta all’indietro che, grazie ad un ben congeniato sistema di leve, si riusciva agevolmente a tranciare fil di ferro del diametro di circa sei millimetri.
Venne utilizzata principalmente dalle truppe d’assalto e dai primi reparti di guastatori,

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Pinza modello Malfatti

le così dette compagnie della morte, il motivo era che essendo l’unico modello di pinze che poteva venire utilizzata con una mano sola, permetteva con l’altra, di impugnare una bomba a mano, una pistola, un fucile e quant’altro per offendere il nemico.
La Pinza era montata su di una lunga asta in legno che dava la possibilità di nascondersi o stare a debita distanza dal reticolato stesso. Non solo, vi era un innesto per la baionetta che, come una lancia medioevale, permetteva all’ardito di trafiggere un eventuale aggressore dopo il taglio del reticolato.
Vi allego di seguito le istruzioni d’uso della ditta Malfatti distribuita ai comandi.
Tagliafili perfezionati Malfatti-Brevetto del 1912- breve istruzione teorico-pratica da impartirsi ai Soldati

È montata su lungo manico di legno verniciato ad olio, ed uno speciale dispositivo vi permette l’innesto dello sciabola-baionetta.
misura in lunghezza a baionetta innastata metri 2 e pesa Kg. 2,500 circa
Con esso si recidono facilmente e con speditezza, da vicino ed a distanza, ad altezze di

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come impugnare la pinza

più di 2 metri, anche senza scoprirsi, fili di ferro spinati, tondi, quadri e corda a treccia dei più grossi reticolati, in condizioni di luce e di visibilità le più sfavorevoli.
Essa serve inoltre da alpenstok; è mezzo protettore pel taglio di fili a corrente elettrica: costituisce nel suo insieme un’ottima arma di difesa, specialmente pel soldato munito di bombe a mano e sprovvisto di fucile.
Le sue lame sono facilmente cambiabili nell’eventualità che si rendessero inservibili.
MODO DI ADOPERARE I TAGLIA-FILI “MALFATTI”

Il taglio si sussegue in due tempi
1° – Appoggiato il bastone dell’apparecchio sul filo da tagliare, sia dalla posizione “a terra” o “in piedi” tirarla leggermente a sé sino a che il filo stesso, entrando tra le lame, oppone una prima resistenza.
2° -Senza perdere il contatto col filo, dare un solo e vigoroso strappo a lunga tratta all’indietro, fino a recisione avvenuta.
in caso di non compiuta recisione, ripetere il movimento con maggior vigorio. avendo cura di far prima riprendere all’apparecchio, mediante una leggera ceduta, la sua posizione normale di primo tempo.
Un’ultima curiosità, l’azienda fu fondata nel 1908 ma ancora oggi, se andate a digitare su internet la troverete sotto il nome di Malfatti & Tacchini che commercia e produce ferramenta in genere, serrature, chiavi e attrezzi da giardinaggio quali seghe, cesoie, forbici per potare ecc.
Dopo più di 100 anni produce quasi gli stessi oggetti ma per fortuna vengono solo recisi dei rami non delle vite umane….

Le uniche due foto d’epoca conosciute dove un soldato italiano impugna una pinza Malfatti
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