A differenza dell’elmetto Adrian , modello 1915 francese nel quale il fregio metallico, caratteristico di ogni arma, era sempre presente e fornito direttamente dalla fabbrica. Per gli elmetti Italiani, non era stato previsto alcun tipo di fregio ma la necessità di potere velocemente distinguere i vari corpi e reparti schierati, spinse il comando supremo a emanare una circolare, il 15 Luglio 1916, nella quale si invitavano i reparti a dipingere con vernice nera, nella parte frontale dell’elmetto, lo stesso fregio già in uso sui berretti. A questo punto L’arte dell’arrangiarsi e dell’improvvisazione del soldato Italiano ebbe il sopravvento.
Si possono trovare elmi fregiati solo con il numero, quasi sempre numero e corona come da manuale, fregi con vernice Bianca, usati principalmente dagli ufficiali, spesso i reparti alpini e Bersaglieri avevano fregi che coprivano l’intera calotta Frontale dovendo disegnarci un’aquila o una granata fiammeggiante.
Non fu usata solo vernice ma quello che si trovava al momento quindi catrame, matita copiativa, inchiostro addirittura in alcuni casi venne inciso il fregio sul metallo senza usare alcun colore.
Nacquero anche degli appositi tamponi o delle mascherine in metallo che , i primi ,imbevuti di inchiostro indelebile e le seconde appoggiate alla calotta e pennellate, fregiavano direttamente e velocemente l’elmetto dando anche una certa uniformità di reparto .
Pochi mesi dopo fu emanata un’altra circolare che imponeva l’uso del telino copri elmetto per evitare il riflesso del metallo e la conseguente facile individuazione soprattutto con la pioggia o la luna piena . Così i fregi dipinti rimasero protetti dalle intemperie delle trincee per la gioia dei collezionisti odierni.






Raro Tampone con fregio artiglieria