Di Giacomo Bollini
Si avvicina a grandi passi il periodo delle feste natalizie. Sulla tavola delle famiglie italiane si appronteranno i piatti tipici della tradizione di ogni regione. Per noi emiliano-romagnoli, al primo tipico per eccellenza, i tortellini in brodo, si accompagna, solitamente, lo zampone o il cotechino col purè. Del resto la nostra terra ha una manifattura di salsamentari decisamente sviluppata e florida. Per chi come noi ha care le storie e le vicende umane dei soldati durante la Grande Guerra, un pensiero, in questo periodo vola sempre a loro: ragazzi di 100 anni fa, lontani dalla propria famiglia durante il periodo in cui, invece, è solito stare tutti insieme. Immaginiamo come, nelle trincee o nelle baracche circondate di neve, le mani tremanti per il freddo di un soldato avessero aperto per l’occasione una delle tante scatolette di cibo in conserva acquistabili negli spacci delle retrovie. Forse qualche nostalgico aveva acquistato, proprio per l’occasione, una porzione dello “Zampone cotto” del famoso salumificio bolognese Ulisse Colombini.
Non è raro ritrovare, ancora oggi, nelle enormi discariche di scatolette a ridosso delle linee o dei baraccamenti italiani della Grande Guerra, una di queste scatolette: sul coperchio il disegno di uno zampone impiattato; sul fondo della scatoletta un maialino con un quadrifoglio in bocca.
I salumi in scatola, del resto, erano molto graditi ai soldati. La loro ricercatezza, nonché l’apporto calorico senza alcun dubbio piacevole in un ambiente duro come quello della trincea, ne faceva un prodotto piuttosto ambito. Fra queste scatolette spiccava, senza alcun dubbio, la mortadella in scatola di un altro noto salumificio bolognese: quello dei fratelli Nanni. La tipica scatoletta della mortadella, a forma di mezzaluna, è anche questa un rinvenimento non comune, nelle discariche dei soldati della Grande Guerra. Insieme alla mortadella, prodotta anche dalla già citata Ulisse Colombini, la fratelli Nanni aveva immesso sul mercato anche una scatoletta generica di “salumi in fette”, dalla forma ovale.
Che si trattasse di uno zampone in scatola della Ulisse Colombini, aperto a ridosso del periodo natalizio, o di una semplice scatola di fette di mortadella, prosciutto o di “miscellanea di salumi”, come recita la scritta sopra la scatola della fratelli Nanni, l’industria delle conserve alimentari italiane, ed in particolare emiliano-romagnole, era una presenza fissa nel tascapane dei soldati italiani del Primo conflitto mondiale.
Vale la pena tracciare quindi una breve storia almeno di queste due industrie tipicamente bolognesi di questo particolare settore.
ULISSE COLOMBINI
Tra le più note industrie alimentari bolognesi del XIX secolo, fu fondata nel 1863 da Ulisse Colombini fuori Porta Santo Stefano. Inizialmente si trattava di una semplice salsamenteria che operava a livello locale, poi nel 1870 -grazie ad un brevetto messo a punto da Alessandro Forni- si riuscì ad inscatolare la mortadella e a spedirla ovunque. La fabbricazione delle scatole di latta era di circa 800 nel 1874 ma nel 1883 era arrivata a 120.000 nel 1883. Questo metodo di conservazione ebbe immediatamente un enorme successo e la piccola impresa divenne una grande ditta, che esportava insaccati in tutto il mondo: dal Brasile all’India. Costante la partecipazioni alle esposizioni nazionali, tra cui nel 1906 all’Esposizione di Milano La fabbricazione delle scatole di latta avveniva sempre all’interno della stessa impresa, ma non solo: la Colombini era in grado di usare macchine per pestare, snervare, insaccare e tritare la carne, salare ecc.. Nel 1921 fu riconosciuta come “fabbrica modello nel settore”, ma non riuscì a sostenere la grande crisi del 1929. Dopo qualche anno, nel 1932, fu costretta a chiudere. (da http://www.storiaememoriadibologna.it)
FRATELLI NANNI
E’ il 1866 quando i fratelli Nanni fondano a San Lazzaro di Savena un grande stabilimento a vapore per la preparazione degli insaccati. Esso si trasferirà a Borgo Panigale nel 1869, dotandosi di moderni impianti per la lavorazione dei salumi e utilizzando carni suine fresche provenienti da allevamenti accuratamente selezionati. La fabbrica sarà dotata di ampi laboratori, magazzini sotterranei, ghiacciaie e locali per la “maturazione”: 24 delle oltre 40 macchine in dotazione saranno azionate da un motore a vapore. La ditta Nanni sarà premiata a numerose esposizioni internazionali, tra le quali quella del 1889 a Parigi. (da http://www.bibliotecasalaborsa.it)
Quando, fra pochi giorni, apparirà sulle nostre tavole lo zampone, pensiamo anche a questi soldati, lontani da casa, al freddo, dotati, in questo periodo, del solo conforto di un lontano parente del sapore originale del piatto tipico della loro tradizione. Anche questa è stata la Grande Guerra.






Le scatolette in foto fanno parte della collezione del nostro socio Fabrizio Pini, che ringraziamo